Alighiero Boetti

Calendario

collage su carta
25  x 35 cm
1985

Opera archiviata e pubblicata con cartigli delle gallerie di provenienza

                                     

                    Non disponibile

Segno e disegno (Nove quadrati)

acquerello su carta fatta a mano
19,3 x 19 cm
1979
esemplare 25/40

Opera archiviata

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Alighiero Boetti (1940-1994) – o Alighiero e Boetti come si firma a partire dal 1971 – nasce a Torino dove esordisce nell’ambito dell’Arte Povera nel gennaio del 1967.

Nel 1972 si trasferisce a Roma, contesto più affine alla sua predilezione per il Sud del mondo: nel 1971 visita l’Afghanistan e avvia il lavoro artistico che affida alle ricamatrici afghane, tra cui Le Mappe, i planisferi colorati che riproporrà lungo gli anni, come registro dei mutamenti politici del mondo.

Boetti è un artista concettuale, versatile e caleidoscopico, che moltiplica le tipologie di opere la cui esecuzione è delegata con regole ben precise   ad altri soggetti e altre mani, assecondando il principio che mette in relazione ‘la necessità e il caso’: ne sono esempi Le biro (blu, neri, rossi, verdi) in cui la campitura tratteggiata mette in scena il linguaggio; così i ricami di lettere, piccoli o grandi e multicolore; infine i Tutto, fitti puzzle nei quali compaiono silhouette eterogenee tra cui sagome di oggetti e di animali, immagini tratte da riviste e carta stampata e molto altro.

Ci sono inoltre i lavori postali giocati sulla permutazione matematica dei francobolli, l'aleatoria avventura del viaggio postale e la segreta bellezza dei fogli contenuti nelle buste.

Un altro settore dell’opera di Boetti offre nei primi anni 70 tanti ‘esercizi’ su fogli quadrettati, basati su ritmi musicali o matematici; successivamente su carta, composizioni leggere nelle quali scorrono schiere di animali che richiamano la decorazione etrusca e pompeiana. Il tempo, il suo scorrere affascinante e ineluttabile diviene il tema unificante della pluralità tipologica e iconografica di Boetti.

Alighiero Boetti espone nelle mostre più emblematiche della sua generazione, a partire da When attitudes become form (1969) a  Contemporanea (1973), fino a Identité italienne (1981) e The italian metamorphosis 1943-1968 (1994). E’ più volte presente alla Biennale di Venezia con una sala personale nell’edizione del 1990, un omaggio postumo nel 2001 e con un'ampia esposizione alla Fondazione Cini nella recente edizione del 2017.

Tra le mostre più significative degli ultimi anni vi è la grande retrospettiva Game Plan in tre prestigiose sedi: il MOMA di New York, la Tate di Londra e il Reina Sofia di Madrid. Dell’ampio corpus di opere molte sono conservate in diverse sedi museali italiane ed internazionali, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, Stedelijk Museum, il MOCA di Los Angeles, ecc.

La sua opera e la sua figura d’artista hanno fortemente influenzato la generazione successiva e gli artisti di oggi, in Italia e nel mondo.

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