Angelo Dall'Oca Bianca (Verona 1858- 1942) ha altri tre fratelli maggiori, tra i quali Paolo e Luca che proseguiranno l'attività del padre Giuseppe, decoratore e verniciatore. L'avvicinamento all'arte per Angelo è favorito dalle visite in casa Dall'Oca di Salesio Pegrassi, Ugo Zannoni e Napoleone Nani, direttore della Cignaroli. Quest'ultimo prende Angelo sotto la sua protezione e lo fa iscrivere all'Accademia nel 1873.
Già nel 1876 espone alla mostra della Società di Belle Arti di Verona e nel 1877 inizia anche con mostre a Milano presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. I suoi primi successi artistici e di vendita portano l'artista fuori Verona: nel 1882 a Roma, tappa fondamentale per i legami con gli ambienti intellettuali e per l'Esposizione della Società di Belle Arti nel 1883. Nella capitale conosce personaggi di grande rilievo come Giosuè Carducci, Gabriele D'Annunzio e viene presentato persino alla Regina Margherita di Savoia, che gli commissiona diversi dipinti. Lo stesso anno vi è il debutto all'estero presso Monaco di Baviera alla Mostra Internazionale di Belle Arti. Dopo questi anni, la sua fama si propaga: al cognome paterno aggiunge la parola Bianca e comincia così ad esporre i suoi dipinti, che sono accolti con grande entusiasmo da pubblico e critica.
Dal 1885 al 1888 vive a Venezia, città con la quale avrà un importante legame artistico, infatti dal 1899 partecipa alla Biennale di Venezia e continuerà anche durante gli anni successivi ( 1903, 1905, 1907, 1910 e 1912).
Nel 1889 a Parigi si tiene l'Esposizione Universale e Dall'Oca è l'unico veronese presente con il dipinto Avant-gardes. Il 1893 è l'anno della Esposizione Universale di Chicago e l'artista espone l'opera La Quadriglia. Di nuovo a Berlino alla Esposizione Universale lo si trova con La prima messa. Le sue presenze internazionali a partire dal 1895 non conoscono sosta.
Dopo la Biennale di Venezia del 1912 l'artista decide di rinunciare alle mostre, ad eccezione di alcune esposizioni di minor importanza, per non sottoporsi al giudizio della critica e del pubblico. Durante la guerra rallenta la sua produzione pittorica, mentre negli anni successivi al conflitto si dedica alla difesa di Verona dalla speculazione edilizia e si impegna all'aiuto dei più poveri supportando la costruzione di case popolari, note come "Il Villaggio Dall'Oca".
Nel 1941 fa testamento, lasciando tutto il suo denaro e i suoi quadri alla città di Verona e ai suoi poveri. Muore il 18 maggio 1942.