Renzo Biasion, nato a Treviso nel 1914, si trasferisce a Venezia ove si diploma presso il locale liceo artistico ed insegna disegno nelle scuole secondarie.
Nel 1940, all'entrata in guerra dell'Italia, combatte sul fronte greco-albanese come sottotenente di fanteria e inizia la stesura di un diario di guerra che andrà perduto. Dopo la campagna di Grecia è trasferito, con le truppe tedesche, a Creta.
Con l'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre 1943 e lo sbandamento dell'esercito italiano, è fatto prigioniero dai tedeschi e inviato nei campi di concentramento prima nei Paesi Bassi, poi in Polonia e Germania. Durante la prigionia esegue disegni del lager e ritratti dal vero di militari italiani e tedeschi, inizia anche a scrivere un diario.
Nel 1944, riuscito a fuggire, torna in Italia.
Con il dopoguerra, riprende l'insegnamento ed espone alcune opere in una galleria d'arte veneziana, suscitando l'apprezzamento del poeta e saggista Sergio Solmi. Le tragiche esperienze vissute in guerra e nella prigionia vengono trasfuse nel Diario Tempi bruciati, pubblicato nel 1948, e in disegni dipinti e incisioni.
Numerose sono le sue collaborazioni come critico d'arte e letterario a periodici come "Il Verri", "Le Vie d'Italia", quotidiani: "Gazzetta del popolo", "il Resto del Carlino", "Corriere d'Informazione". Sul settimanale "Oggi" ha curato per trentacinque anni una rubrica d'arte.
Muore a Firenze nel 1996.
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